Gli edifici pubblici e privati che contribuirono a fare di Merano un elegante centro di cura e soggiorno conservano ancor oggi tutto il loro fascino e sono la testimonianza del gusto e della grandezza della Merano fin de siècle.
Il Museo Civico di Merano si trova attualmente nel palazzo Desfours in piazza Duomo.
Fu fondato nel 1900; fra i lasciti e le acquisizioni conserva un'importante collezione di reperti archeologici provenienti dal Burgraviato, costumi tradizionali, dipinti di maestri moderni e contemporanei locali.
Non può mancare una sosta al Museo della Donna, in Piazza del Grano, via Mainardo 2. Il museo venne fondato da Evelyn Ortner (1944 - 1997), appassionata collezionista. Nell'esposizione permanente vengono documentati 200 anni di storia culturale e materiale dal punto di vista delle donne.
Fra pizzi e crinoline, potrete qui rivivere l'emozione di quegli incontri sulle passeggiate o al concerto con qualche dama resa ancor più elegante e irraggiungibile proprio da quegli abiti, accessori e gioielli che sono raccolti e conservati.
Attraverso un excursus nella moda femminile è possibile percepire i mutamenti sociali ed il ruolo stesso della donna nei secoli.
Il Teatro Comunale fu progettato nel 1899 dall'architetto Martin Dulfer, rispecchia lo stile eclettico in voga in quegli anni a Monaco di Baviera, città dove l'architetto si era formato.
Decorazioni in marmo ed in stucco ingentiliscono tanto l'esterno che l'interno. È dedicato a Giacomo Puccini.
L'Ex Fisioterapico si trova nell'attuale via Huber sorge il primo complesso termale. Costruito nel 1907 su progetto di Max Langheinrich, architetto bavarese, rientrava nel programma teso a far di Merano un centro termale di livello internazionale.
La costruzione a tre piani è sovrastata da una cupola. L'ingresso è preceduto da un elegante porticato colonnato semicircolare, mentre al piano nobile si accede attraverso una scalinata marmorea dai raffinati decori niellati; dal soffitto pende un imponente lampadario ligneo con statue a figura intera dai caratteristici costumi tradizionali tirolesi.
Giunti al piano nobile sono ancora visibili la sala d'attesa e, sul corridoio, le porte delle numerose sale per i trattamenti di cura, oggi adibite a differente uso.
Il quartiere Steinach si dipana dal Duomo alla porta Passiria e ridiscende fino al torrente Passirio. Era il nucleo originario della città medievale.
Il rione ha mantenuto solo in parte l'assetto originario, ma si conservano ancora alcuni edifici e palazzi medievali; è costituito dalla piazza e dalle due vie che convergono nei pressi della porta Passiria.
La Piazza della Rena prende il nome dalla sabbia che il Passirio, formando un'ansa, depositava in quella zona. Un accorto intervento urbanistico ha parzialmente restituito alla piazza, già utilizzata come parcheggio, il suo aspetto ottocentesco.
Oggi sono nuovamente visibili: la stele sovrastata dalla Madonna circondata dalle aiuole, la quinta scenica costituita dalla elegante facciata dell'Esplanade, già Hotel Arciduca Giovanni, oggi diversamente riadattato, e sul lato sud l'edificio del convitto delle Dame Inglesi con l'adiacente cappella del Sacro Cuore.
Fino al 1913 in alcune stanze dell'albergo aveva sede l'ufficio postale: di qui il nome originario, vicolo della Posta, dell'attuale via Leonardo da Vinci che congiunge la porta Bolzano alla Piazza del Duomo.
Il ponte sul Passirio che unisce la piazza della Rena alla Chiesa di Santo Spirito è detto ponte della Posta e fu realizzato nel 1909 in stile floreale con la balaustra in fintopietra e in ferro battuto con racemi dorati che si avvinghiano alle inferriate.
La via dei Portici, che congiunge la piazza Duomo alla piazza del Grano, fu creata nella metà del XIII secolo per volere di Mainardo il conte di Tirolo. Costituivano il centro dei commerci e dell'artigianato.
Fin dal XIV secolopresero il nome, che si conserva tutt'oggi, di "Portici del Fiume", verso le acque del Passirio e "Portici della Montagna", verso Monte Benedetto.
L'aspetto odierno è riconducibile ai lavori di ristrutturazione avviati fra il XVI ed il XVI secolo, mentre le facciate arricchite dal tipico sporto ("Erker") mostrano il decorativismo di più periodi stilistici e meritano di essere ammirate anche per il frammento di storia cittadina che possono raccontare.
Ragioni urbanistiche, nel secolo scorso, ne hanno determinato l'interruzione a metà percorso, all'altezza del municipio.
Delle quattro porte che davano accesso al borgo, tre sono tutt'oggi conservate ed ai lati della porta Passiria, la più importante, sono ancora visibili i resti di quella che fu l'originaria cinta muraria eretta verso la fine del XVIII secolo.
Le mura, probabilmente merlate, racchiudevano il centro cittadino che si era sviluppato in senso longitudinale lungo l'asse dei Portici.
Le porte dalla tipica architettura a torre, prendevano il nome delle vallate o città verso le quali erano rivolte, quindi porta Venosta, Bolzano, Passiria e Ultimo. Questa si trovava nell'attuale piazza Teatro e fu abbattuta nella seconda metà dell'ottocento, durante i lavori di riassetto urbanistico.
La porta Venosta, in via delle Corse, subì delle modifiche architettoniche fra il XVI ed il XVII secolo e fu adibita a prigione cittadina.
La porta Bolzano, in piazza della Rena, è forse la più suggestiva, con il tetto spiovente e gli stemmi a rilievo del Tirolo, di Casa d'Austria e di Merano.
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