Le piramidi di terra, il fenomeno geologico più singolare dell'altopiano del Renon in Alto Adige, sovente preso come simbolo di esso, è quello degli alti pinnacoli di terra sovrastati da un masso che vengono chiamati piramidi o rivelloni, uno spettacolo straordinario.
Sono colonne formate da detriti morenici solidificati, alte fino a 30 metri, ciascuna delle quali porta sulla sommità una grossa pietra che la protegge dall'erosione dell'acqua, che, se cadesse, determinerebbe il crollo dell'intera colonna.
Si tratta, peraltro, di un fenomeno assai diffuso nell'intera regione, sia in provincia di Trento (Segonzano), che in quella di Bolzano (Terento, Meltina, Collepietra, Tirolo).
Sul Renon lo troviamo nelle località di Monte di Mezzo, Soprabolzano ed Auna di Sotto.
Le piramidi con il loro caratteristico masso (quelle che lo perdono sono destinate a sicura scomparsa in breve tempo) non mancano di impressionare e stupire chi le osserva per la prima volta.
Come si formano? Esse sono incise in materiale morenico e vengono create dall'erosione dovuta alla pioggia e allo scioglimento della neve. I grandi massi proteggono la porzione di terreno immediatamente sottostante e così l'erosione viene rallentata, per cui si forma la colonna che sorregge il masso.
Quando, per ulteriore erosione, la piramide si assottiglia tanto da non poter sostenere più quel peso non indifferente, il masso crolla e la colonna, non più protetta, si disfa inevitabilmente.
Il materiale morenico deve presentare, affinchè si formino le piramidi, delle caratteristiche particolari.
La sabbia ed il limo che conferiscono impermeabilità al deposito morenico devono essere mescolati con ciotoli e sassi nelle giuste proporzioni: troppi ciotoli renderebbero permeabile la morena che si imbeverebbe franando facilmente, mentre la sovrabbondanza di materiale minuto renderebbe il deposito poco consistente.
È molto importante anche la composizione chimica del deposito: le morene che danno piramidi derivano dal disfacimento di porfidi, graniti e gneiss, senza calcari, dolomie e marne; le prime darebbero luogo a fenomeni di cementazione che renderebbero il deposito troppo resistente, mentre il materiale argilloso proveniente dalle marne non darebbe sufficiente consistenza.
Le piogge devono essere piuttosto intense e distribuite in pochi giorni dell'anno per dare al sole il tempo di asciugare completamente la morena. Devono essere assenti venti costanti che potrebbero inclinare la pioggia, rendendo inefficace l'azione protettiva del masso che funge da "cappello".
È importante anche la forma di quest'ultimo: se, infatti, fosse troppo arrotondato, le gocce d'acqua lo aggirerebbero scavando il deposito sotto di esso e lo farebbero così cadere.
Le piramidi di Soprabolzano, che si vedono molto bene dalla funivia, si trovano nella valle di Rio Rivellone, tra i 750 ed i 1050 metri; si possono raggiungere a piedi da Soprabolzano e da Costalovara mentre un altro gruppo, sito un po' più in basso, si raggiunge più agevolmente risalendo la valle di Signato.
Le piramidi di Monte di Mezzo si riescono a vedere bene da Longomoso e si possono raggiungere a piedi seguendo il sentiero 24 blu. Sono site ai due lati della valletta del Rio Fosco, che separa gli abitanti di Longomoso e Monte di Mezzo.
Meno conosciute sono le piramidi di Auna di Sotto, che si raggiungono partendo dall'abitato ed andando verso l'incisione del Rio di Castero. Stanno sul versante destro della valle, nascoste dalla vegetazione, ed hanno un caratteristico colore grigio-cenere, mentre le altre sono rossastre.
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